Test d’ingresso all’Università, chi ne beneficia?
Test d’ingresso all’Università, chi ne beneficia?
Italia agli ultimi posti nella classifica dei laureati in Europa ma, cosa si fa per cercare di recuperare posizioni o, meglio, di alzare il livello d’istruzione nazionale con figure professionali specializzate e preparate da corsi di studi mirati?
Si sono svolte nei giorni scorsi nelle Università italiane le prove di accesso alle Facoltà. Il dato impressionante riguarda il numero di richieste (migliaia) verso i posti disponibili (poche centinaia) con un altissima percentuale di candidati che non sono neo-diplomati ma persone adulte disoccupate o alla ricerca di una laurea con l’obiettivo di upskilling o reskilling.
Necessità di trovare un lavoro o di migliorare la posizione professionale sono all’origine di quest’assalto all’iscrizione universitaria che crea anche uno scontro generazionale perché ogni adulto che riesce a superare il test toglie un posto ad un giovane.
Politiche sbagliate nei confronti della Scuola attuate per decenni da governi di ogni colore hanno generato quella che qualcuno definisce una “guerra fra poveri”, una guerra per la fame di lavoro, una situazione che da certezze sbagliate legate ad una visione antica e sorpassata del modo di formarsi.
Se una volta (e ancora oggi) le Università erano quelle classiche, stanziali, governate da docenti che si ritenevano “elite”, oggi il panorama formativo offre la possibilità di studiare con modalità diverse, più semplici e senza il temutissimo e vincolante test d’ingresso.
Le Università Telematiche hanno dimostrato che non sono inferiori alle “stanziali” e l’alto standard di erogazione della formazione attraverso piattaforme digitali di ottimo livello, è stato evidenziato anche e soprattutto durante la pandemia.
Atenei come quelli del Gruppo Muliversity (Pegaso, Mercatorum, San Raffaele di Roma) offrono ai loro iscritti una solida opportunità di sviluppare una preparazione completa per far parte della classe dirigente del futuro.
La strada tracciata (da percorrere senza esitazione) è quella dell’innovazione, della green-economy, del digitale; il mondo del lavoro chiede di formare e selezionare talenti che siano risorse professionali con competenze di alta qualità.
Si stima che entro il 2025 quasi il 50% dei nuovi posti di lavoro richiederà qualifiche di medio-alto livello che dovranno avere padronanza di concetti e di pratiche multidisciplinari.
Il forte divario tra la formazione attuale ed i nuovi lavori, il numero assolutamente insoddisfacente di laureati in Italia, l’allarmante ritardo nei ruoli e competenze dei professionisti nel nostro Paese possono essere superati grazie alle nostre Università digitali che grazie a flessibilità e accessibilità aperta a tutti (senza test d’ingresso, senza limiti di reddito) per raggiungere obiettivi di crescita.
Influenzato dai progetti di transizione digitale ed ecologica, il mondo del lavoro è in costante e velocissimo mutamento al quale il mondo della scuola tradizionale non riesce a stare al passo mentre le università digitali sono già in grado di provvedere a dare una formazione adeguata grazie agli strumenti di cui dispongono.
“Il nuovo Report OCSE 2022 conferma una volta di più che dappertutto, anche in Italia, studiare conviene. In primo luogo, per avere un lavoro e retribuzioni migliori – commenta Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli -. Ma anche perché livelli d’istruzione più elevati sono – aggiunge – correlati con una salute migliore, una maggiore partecipazione alla vita civile e capacità di comprendere l’altro. Per tutte queste ragioni – sottolinea Gavosto – dobbiamo fare crescere il numero dei nostri laureati, oggi ancora fra i più bassi nei paesi Ocse. Ma agire sui livelli di istruzione non basta: al di là del titolo, conta ciò che si sa davvero. Perciò è fondamentale fare crescere i livelli di apprendimento e di competenze dei nostri studenti, che soprattutto nelle scuole secondarie sono insoddisfacenti e peggiorati con la pandemia, nonostante la spesa pubblica per la scuola – infanzia, primaria e secondarie – sia allineata, se non talvolta superiore, alle medie europee e Ocse”. (fonte:CorrierUniv.it)
La risalita italiana nel numero di laureati e, quindi, di figure in grado di aumentare la competitività nazionale è uno degli obiettivi che UniPegaso, UniMercatorum, San Raffaele si sono prefisse.
Da poco è stata approvata la legge sulla Doppia Immatricolazione Universitaria e anche da questa nuova possibilità, subito sfruttata dai nostri Atenei, può essere implementata la flessibilità, caratteristica fondamentale del mercato del lavoro odierno. Flessibilità significa approccio diverso ai ruoli ed ai percorsi di carriera con una evoluzione dei profili professionali costante per creare opportunità stimolanti con nuovi progetti che aiutino la crescita personale e generale.
Tempi nuovi al presente e all’orizzonte: il coraggio di percorrere la strada del digitale con chi ne ha già fatto la propria “mission” e ne gode già i risultati è la carta vincente.
Il Gruppo Multiversity con le sue università digitali ha raccolto la sfida, e per saperne di più, è possibile chiedere informazioni al Polo Didattico Sanremo chiamando il 348 3785255 o scrivendo a ecp.sanremo@unipegaso.it